Ortopedia e Traumatologia

PD Dr. med. Kaj Klaue

Specialista FMH Chirurgia Ortopedica e Traumatologia

PD Dr. med. Kaj Klaue nel team di specialisti di LuganoCare

Il PD Dr. med. Klaue, docente universitario presso l’Universitä di Berna e già Primario Ortopedico dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, vanta una vasta esperienza nel campo della chirurgia ortopedica e traumatologica, ed è attualmente attivo per l’attività chirurgica presso la Clinica Luganese Moncucco.

Il PD Dr. med. Klaue completa l’offerta di consulenza specialistica ortopedica e traumatologica di LuganoCare, in particolare per la chirurgia del piede e della caviglia.

Il PD Dr. med. Klaue è disponibile per consultazioni urgenti di traumatologia a LuganoCare durante tutto l’arco della settimana ed avrà invece come giorno fisso di consultazioni presso LuganoCare il martedì.

Da subito è quindi possibile prenotare un appuntamento con il PD Dr. med. Klaue tramite  il segretariato di LuganoCare.

Diamo il benvenuto a Kaj in seno alla nostra équipe.

Il PD Dr. med. Klaue si presenta con una

Breve storia della chirurgia ortopedica

   «Vous n’êtes bon qu’à changer des ponts arrière» ! Fu con queste parole che il Professor Merle d’Aubigné all’Ospedale Cochin di Parigi apostrofò uno dei suoi capoclinica che arrivava sempre in ritardo alla visita dei pazienti ortopedici, ritenendolo in grado solo di operare e sostituire delle anche con endoprotesi (“retrotreno”). La critica era evidentemente indirizzata a quei medici «operatori» che non hanno acquisito o che hanno perso l’essenza dell’attività «medica».

I medici attivi nei campi chirurgici effettivamente non sono solo degli «operatori». Essi, come tutti i medici, si occupano di un’entità completa che è il malato o l’infortunato. Sono educati, o almeno dovrebbero essere educati, a elargire una medicina personalizzata, indirizzata ad una persona precisa, con le sue proprie caratteristiche legate alla sua origine, alla sua genetica, al suo passato educativo e ambientale.

L’ortopedia degente è nata in Svizzera Romanda con L’istituto di Orbe fondato dal ginevrino Jean-André Venel nel 1780, dopo che il francese Nicolas Andry aveva coniato il termine «orthopédie» nel 1741. Poi, lo sviluppo della chirurgia moderna dell’apparato locomotore è intimamente legato all’uso della radiografia che fu scoperta nel 1896.

La figura del chirurgo ortopedico è molto vicina a quella del medico di famiglia. Egli prende a carico tutti problemi dell’apparato locomotore dal bambino (seguendo l’etimologia) fino all’anziano. Con la specializzazione professionale la cura si dimostra efficiente se viene basata sull’anatomia (parte del corpo) e non sull’età.

Vista la vastità del campo, gli specialisti vengono suddivisi nel ramo della chirurgia dell’arto superiore, della chirurgia della schiena, della chirurgia del bacino e dell’anca, della chirurgia del ginocchio e della chirurgia del piede e della caviglia. Il denominatore comune di questi 5 campi si trova nell’anatomia e nella funzione comparativa.

Per esempio già Antonio Scarpa da Pavia aveva descritto nel 1804 in dettaglio l’anatomia e la funzione della «coxa pedis» ovvero «l’anca del piede». Questo tipo di studio mostra come la natura elabori una funzione definita applicando principi simili in diverse parti del corpo. A problemi simili, soluzioni simili.

In questo ambito chirurgico, provenendo da un ambiente di ingegneria meccanica, ho imparato i principi della meccanica applicati alla funzione dell’apparato locomotore. Ho quindi approfondito le mie conoscenze nella traumatologia, nella chirurgia del bacino e dell’anca come pure del piede e della caviglia.  Con un’attività maggiormente universitaria (circa 17 anni) compresa la ricerca in questo campo, ho potuto lavorare in diversi paesi del mondo (www.klaue.ch).

Qualche anno dopo la mia abilitazione all’insegnamento universitario a Berna, sono stato chiamato per la presa a carico del reparto di chirurgia ortopedica a Bellinzona con la prospettiva di sviluppo di una chirurgia ortopedica cantonale. Dopo scelte politiche diverse sono rimasto in Ticino per proseguire un’attività clinica e di ricerca.

Dr. med. Marco Auliso

Specialista Chirurgia Ortopedica e Traumatologia FMH

AulisoVanta una vasta esperienza chirurgica come primo e secondo operatore, oltre che nelle urgenze e Pronto Soccorso di traumatologia.

Nell’ultimo decennio ha eseguito più di 4.000 impianti di protesi di anca e ginocchio, ed un numero analogo di interventi in artroscopia.

Opera presso la Clinica “Ars Medica” di Gravesano nel luganese, centro di eccellenza per l’ortopedia e traumatologia.

Il punto forte è la chirurgia rigenerativa del ginocchio con innesto e trapianto osseo.

Oltre alla consulenza specialistica ortopedica, si occupa di terapia del dolore muscolo-scheletrico.

Pratica una tecnica esclusiva di trattamento con ozono-terapia tramite infiltrazioni paravertebrali, molto efficace nelle patologie cervicali, dorsali e lombari, ed in caso di discopatia ed ernia discale.

Oltre all’attività chirurgica presso la Clinica “Ars Medica” di Gravesano, è specializzato nella diagnostica dei disturbi della crescita e malformazioni congenite, e nella terapia riabilitativa. Effettua anche consulenza infortunistica e medico-legale.

“RIGENERARE I TESSUTI CON L’IMPIANTO DI STAMINALI”

Articolo di giornale tratto da Il Caffè del 20.10.2019

“Se ne discute da venticinque anni. L’intervento di protesi al ginocchio, ad esempio nell’anziano affetto da artrosi, comporta un certo rischio di insoddisfazione.

I pazienti si lamentano ancora, hanno dolori e sono impediti nei movimenti, spiegano gli esperti. Comunque sia, aspettare troppo prima di operarsi può essere altrettanto controproducente.

Le ginocchia sono fra le articolazioni più sollecitate del nostro corpo. “Almeno una visita da un esperto andrebbe fatta – consiglia il Dr. med. Marco Auliso, specialista chirurgia ortopedica e traumatologia del Medical Center LuganoCare, chirurgo alla Clinica Santa Chiara di Locarno -. Oggi cerchiamo di preservare il più possibile e prima dell’intervento si percorrono altre vie. Ad esempio, la chirurgia rigenerativa con le cellule staminali. In grado appunto di auto-rigenerarsi e di differenziarsi in diversi tipi di cellule con funzioni specifiche.”

Vero è che in generale si ricorre al bisturi prima rispetto a qualche anno fa. “Le persone vogliono continuare a poter camminare senza dolori, a fare ciò che facevano prima senza impedimenti – osserva Auliso -. E allora anticipano. Inoltre, intervenendo in età ‘precoce’ i tessuti sono migliori, le strutture legamentose ancora sane“. Rispetto al passato i materiali hanno raggiunto un’ottima qualità. “L’evoluzione della chirurgia del ginocchio è soprattutto sulla qualità delle protesi. In titanio, più leggere e meglio sopportate dal paziente. Inoltre non si utilizza più il cemento e questo, unitamente ad un’ampia scelta di tecniche chirurgiche, accelera di molto la ripresa“.