Nostro figlio di quindici anni, che gioca a tennis ad un buon livello, ultimamente si sentiva molto stanco. Dopo aver effettuato vari controlli, è risultato che ha avuto una mononucleosi.. Noi non riusciamo tuttavia a capire come è possibile che si sia ammalato dato che, a parte la stanchezza, non ha mai lamentato disturbi ed ha sempre continuato ad allenarsi. Ci chiediamo poi dove l’abbia presa. Può dirci qualcosa di più su questa malattia?
La mononucleosi è una infezione virale molto frequente tra i giovani sportivi, particolarmente nell’età compresa tra i quindici ed i venticinque anni. L’agente causale ha un nome difficile da pronunciare, Epstein-Barr, appartiene al gruppo degli herpes virus.
La malattia è molto frequente tra persone che vivono in stretto contatto tra loro, come gli sportivi e gli studenti di un collegio. L’ambiente degli spogliatoi è il luogo ideale di propagazione dell’infezione e di contagio. Il veicolo di trasmissione, infatti, è la saliva e le secrezioni delle vie respiratorie superiori, dove il virus è presente sia nelle fasi acute della malattia, sia per molti mesi dopo la guarigione clinica. Non per niente, un po’ scherzosamente, la mononucleosi è chiamata anche la “malattia del bacio”, per ricordare la possibilità dello scambio del virus tra partner attraverso appunto il baciarsi.
Il periodo di incubazione è lungo, e può raggiungere le sette od otto settimane. Questo può spiegare la difficoltà di risalire alla fonte del contagio.
I primi sintomi si manifestano sotto forma di malessere generale, mal di testa, dolori muscolari, inappetenza e soprattutto stanchezza. Nella fase acuta si può avere qualche linea di febbre, mal di gola ed ingrossamento dei linfonodi. I sintomi sono così vaghi, che possono facilmente essere confusi con una banale malattia da raffreddamento (tipo faringite o tonsillite) o addirittura passare inosservati.
La durata della fase acuta della malattia è una a due settimane, anche se il sintomo stanchezza può restare mesi.
La diagnosi si basa sul reperto clinico, come la presenza di tonsille e linfonodi del collo e delle ascelle ingrossati. La certezza che si tratti di una mononucleosi è data mediante l’esecuzione di un semplice test. Con un prelievo di sangue ci si accerta della presenza nel siero di anticorpi contro il virus di Epstein-Barr (test effettuabile a Luganocare).
Non esistono cure specifiche, se non osservare un periodo di riposo di circa tre settimane, che non significa tuttavia stare chiusi in casa a letto, ma svolgere attività non impegnative per il fisico. La ripresa degli allenamenti regolari, negli sportivi, è legata alla risoluzione della sintomatologia ed alla mancanza di complicazioni. Bisogna tuttavia attendersi che la sensazione di stanchezza permanga per un periodo di alcune settimane.
CONTATTI RAVVICINATI
La mononucleosi è causata da un virus. La diagnosi si conferma con un semplice test.
Il contagio avviene attraverso la saliva e le secrezioni delle vie respiratorie.
Contatti stretti (spogliatoi affollati, asciugamani in comune, baci) favoriscono la trasmissione.
L’unica terapia è il riposo attivo.